Enzo Sellerio nasce a Palermo nel 1924, laureandosi in Giurisprudenza a soli vent’anni. Nel 1947, la nomina ad assistente presso la facoltà di Economia e Commercio della città natale, gli apre la via verso quella che potrebbe essere una fulgida carriera universitaria ma, stimolato dagli ottimi primi risultati conseguiti nell’attività di fotografo, nel 1952, due anni dopo essersi dedicato a tale mezzo espressivo, abbandona l’insegnamento e si dà completamente alla fotografia. Collabora con il periodico “Il Mondo” e successivamente con le testate straniere “du”, “Vogue” e “Fortune”. Nel 1969 fonda l’omonima casa editrice, che tuttora riscuote un grande successo internazionale, occupandosi della sezione relativa alle pubblicazioni d’arte e fotografia. Partendo dalla sua prima esposizione presso la galleria L’Obelisco di Roma (1956), numerosissime sono state le sue partecipazioni ad esposizioni personali e collettive, in Italia ed all’estero, come numerosi sono stati i volumi dove le sue fotografie sono state pubblicate e quelli a lui completamente dedicati. Tra le voci dei fotografi italiani della seconda metà del Novecento che con la personale esperienza, ci hanno dato un’identificazione precisa del paesaggio e della dimensione sociale della propria terra, grazie ad un’attenta presa di coscienza sull’immagine, quella di Enzo Sellerio è sicuramente una delle più autorevoli. Trasmettendo per cinquant’anni al mondo il canto compiuto di una Sicilia non ancora travolta dalla globalizzazione del costume e del pensiero, l’autore stesso ci permette di riconoscere, con immediatezza, l’identità di quella sua terra natale, quasi riuscendo a sovrapporsi, con la propria indagine e con la sua persona, all’identità del territorio. Immaginiamo, allora, le difficoltà a cui possano essere andati incontro gli epigoni o gli allievi, nel tentativo di volersi staccare dalla lezione del maestro, alla ricerca dell’individuazione di un taglio estetico personale, diverso ed autonomo. ” …il gioco è quella forma in cui, più che in ogni altra, la vita dovrebbe essere vissuta: per questo avevo scelto la fotografia.” (Sellerio Enzo Introduzione all’Inventario siciliano in Enzo Sellerio fotografo ed editore WAP, Verona 1991). Tale affermazione non può essere che l’aforisma principe di un autore curioso ed ironico, particolarmente attratto dall’episodio casuale fortemente caratterizzato, nella ricerca sostanziale di un’immagine posta al di là della barriera che separa il visibile dell’individuo comune, dalla sensibile capacità percettiva dell’artista. La sua volontà, determinata nel desiderio di fissare un’emozione che arresti scientemente lo scorrere del tempo, plasma dalla singola immagine, di volta in volta, una ” …fotografia unica, momento di irripetibile equilibrio tra forma e contenuto… “, come definì lo specifico creativo di Sellerio, con folgorante illuminazione, Leonardo Sciascia (Sciascia Leonardo in 16 fotografie siciliane dall’archivio di Enzo Sellerio Tipografia Torinese Editrice, Torino 1969). Su Enzo Sellerio, tra i massimi autori italiani del Novecento, sono scorsi fiumi di parole ed è inutile perdersi ulteriormente in considerazioni superflue, quando è così semplice inquadrare il lavoro del maestro. L’assoluta sua padronanza del senso dell’immagine, ci fa comprendere con quanta forza egli affermi il principio inconfutabile del “dimostrare”, concetto per il quale, nel pieno della nostra società positivista, la fotografia sia il mezzo principe di comunicazione. Questo voler manifestare apertamente le proprie verità rappresenta, senza dubbio, la forza di un “racconto”, fatto dell’appropriarsi di schegge di esistenze vaganti nel teatro del mondo, al fine di trasmettere un maestoso senso della vita. Per quanto possa sembrare sprigionarsi dal suo lavoro un forte carattere popolare, vicino al neorealismo dei primi anni del dopoguerra, è nell’aulicità delle scelte figurative che si comprende quanto egli sia fuori da un tale progetto. Enzo Sellerio, infatti, si avvicina al mondo che lo circonda, non per proteggerlo e coccolarlo, ma per sublimarne la profonda e concreta attualità, desunta dall’umano esistere, condividendo con noi un eccelso fatto estetico, raccolto attraverso l’impegno esclusivo di una grande forza interiore. Enzo Sellerio muore a Palermo il 22 febbraio 2012 all’età di 88 anni dopo una crisi cardiaca.